NUOVE IDEE: ENERGIA EOLICA DAL MARE

turbine eoliche galleggianti

METTER IN MARE LE TURBINE EOLICHE PER PRODURRE ENERGIA SENZA DETURPARE IL PAESAGGIO.

C'è la crisi della cantieristica navale? Aumentiamo la produzione di energia eolica. E' questa la soluzione, della serie “come salvare capra e cavoli” che l'associazione 2 Sì alle energie rinnovabili” propone, d'intesa con il sindacato metalmeccanico Fiom-Cgil, per risolvere sia i problemi della cantieristica navale italiana, sia la necessità di incrementare la produzione di energia rinnovabile senza danneggiare il nostro paesaggio. “Sarà difficile” spiega l'ingegner Alex Sorokin, della società InterEnergy, “ che la nostra cantieristica riesca a vincere la competizione con i coreani o cinesi, puntando sulle navi convenzionali. Occorre inventare prodotti completamenti nuovi”. In apparenza l'eolico con i cantieri non c'entra nulla, visto anche che da noi le turbine vengono installate sui crinali delle montagne, provocando proteste sempre più forti per l'impatto sul paesaggio ed il rumore. Nel Nord Europa la tendenza è invece quella di spostare l'eolico in mare, a distanze sempre maggiori dalla costa, perché dia meno fastidio e per intercettare venti più forti e costanti. “Purtroppo però, mentre i mari del Nord Europa sono bassi, i mari italiani dove soffia più vento, come quelli intorno a Sardegna e Sicilia, sono molto profondi e se il fondo marino è ad oltre 40 metri di profondità non si possono piantare turbine. “ Ecco quindi l'idea: creare nei mari più ventosi d'Italia campi di turbine eoliche galleggianti, che , ancorate al largo copme fossero delle boe, producano energia, restando invisibili dalla costa. Prototipi di questo tipo sono già stati creati da società olandesi e norvegesi.

turbine eoliche mari del nord“Essendo in alto mare, le loro, dimensioni, potrebbero essere ben maggiori che in terra, aumentando la loro produzione e redditività. I cantieri e le industrie italiane, hanno le competenze tecniche necessarie per progettarle e poi sfornarle a migliaia. Secondo i miei calcoli” continua Sorokin, “ in una decina di anni potremmo coprire con l'eolico il 10 per cento dei consumi elettrici, creando ventimila posti di lavoro. E avremmo anche uno straordinario prodotto da esportare in altri paesi circondati da mari profondi, com il Giappone, che ha bisogno di alternative al nucleare”.

L'idea ha immediatamente trovato il consenso della Fiom, che la presenterà nelle riunioni per decidere la sorte della nostra cantieristica. “però occorre che la politica aiuti lo sviluppo di questa nuova fonte” dice Sorokin. Non servono finanziamenti ad hoc, basta che si preveda un'incentivazione più alta per l'eolico privo d'impatto sul paesaggio, come quella che già esiste per il fotovoltaico integrato nell'architettura. In questo modo gli investitori avrebbero interesse nell'acquistare impianti eolici galleggianti, dando lavoro ai nostri cantieri ed energia pulita ed invisibile al nostro paese”.